un disegno al giorno
Era il 2020 … il logaritmo di Instagram aveva già imparato i miei gusti e la sera mi ritrovavo ad aspettare il suo personale conto dei giorni: il mio compleanno capitava il 178/366.
Ogni giorno arrivava puntuale un piccolo disegno acquarellato, che racchiudeva le emozioni di una giornata intera.
“gliacquerellidipierpaola” questo il nickname che mi riconduceva a lei.
Una mano ferma connessa ad uno sguardo attento, guidata da un cuore sincero.
Era un anno complicato, io cercavo le briciole di Pollicino che mi avrebbero ricondotto a me.
Nell’uso della matita ritrovavo la punta fina e morbida necessaria nel tratto architettonico, un segno continuo, fermo, guidato dallo sguardo attento e sintetico volto al reale.
E poi c’era lui l’acquerello, quanta nostalgia. Nel vedere lei ripresi la vecchia scatolina che usavo all’università. Timidamente tornai ad usarli tra le pagine del mio bullet journal.
Ammiravo la sua coerenza stilistica, mi sorprendevo nelle piccole cose del quotidiano che sapeva cogliere con estrema grazia e gentilezza.
Il suo doveva essere un cuore che guardava il mondo con amore …
Ero sicuramente una sua follower!
L’anno terminò ma l’appuntamento con lei rimase.
I giorni non furono più scanditi quotidianamente, ma continuava a disegnare e acquarellare. Io avevo ancora bisogno di assistere al suo incanto.
Dopo tanti like reciproci e nuovi calendari a scandire il 2022 e il 2024, pochi giorni fa mi sono decisa e l’ho contattata per un’intervista.
Eravamo entrambe emozionate, ascoltare una voce, dare un volto vivo, a chi si conosce solo attraverso i social, sono tutte sensazioni che rientrano nel campo del reale.
Durante la nostra chiacchierata ho capito che tutte le belle percezioni che negli anni mi erano arrivate di lei, attraverso i suoi disegni, erano vere.
Ho scoperto che ogni giorno si ritaglia 45 minuti per disegnare.
Quei minuti soddisfano un bisogno, sono terapeutici, quasi una “medicina” dell’anima: la “prescrizione” alla quale non rinuncia da anni.
La spinge la necessità di concentrarsi su un secondo della giornata, della sua vita, tra i tanti che la compongono.
“…. è un attimo che fissi.”
La penso quasi come una Bresson con la matita.
“La meraviglia sta nel dar vita a qualcosa che rappresenta quell’attimo.”
“È una forma di impegno con se stessi, che dà benessere … una gioia.”
“Quando guardo già disegno”, questa affermazione mi colpisce molto, credo sia quel tipo di sguardo che hanno in comune chi dipinge e chi fotografa.
Pier Paola osserva quei piccoli dettagli del quotidiano, che sono la poesia di ogni giorno, come la luce che cambia il colore dei luoghi.
Divisa tra le sue due terre, entrambe si ritrovano nelle pagine dei suoi taccuini.
Di Bologna rappresenta le prospettive, i vicoli, gli scorci di cielo.
Di Formentera la rapisce la luce, il paesaggio e la natura (“ahimè sempre meno selvaggia”).
Si taccuini, perché tutti i suoi disegni sono racchiusi in piccoli quaderni tascabili, vere storie di vita da sfogliare; raccolte e racconti di anni, giorni, attimi.
“Mi rappresento in quello che faccio”
… in quanti lo possono dire? Sono parole semplici eppure un sospiro mi stringe lo stomaco.
Mi parla della sua esperienza dei suoi studi artistici, affiorano i ricordi scolastici: al liceo il professore di architettura le diceva che era molto portata, glielo confermo.
Una vita dedicata ogni giorno alla rappresentazione delle emozioni, come illustratrice, o per se stessa.
La linea della matita è svolta senza stacchi, non ci sono cancellature; il colore è successivo.
Non usa l’acquerello in modo canonico e anche i suoi quaderni non hanno la carta più adatta a questa tecnica, ma tanto basta e serve per dare quella velatura veloce di colore e luce, per fermare la realtà e le sue sfumature.
“È importante in ciò che faccio il “saper guardare”, bisogna superare la ricerca di un risultato.”
Ciò che conta è l’esperienza vissuta e fissata, cosa si sceglie di rappresentare.
E ci sono anche giorni grigi, dove il colore non c’è, ma lo sforzo che si compie nel vedere ci connette al tempo presente e centra l’anima che sta affrontando una salita.
Solo andando oltre le aspettative che riversiamo su ciò che facciamo, si riesce a trovare lo stimolo ogni giorno, tutto questo non è facile.
“Ci si accorge che la fantasia si muove e si trova nell’oggi il racconto del giorno.”
Mi incanto nell’ascoltarla!
Nella chiacchierata mi ha ricordato quando arrivò il giorno in cui si fece male alla mano.
Da sua follower in prima linea ero dispiaciuta e certa che per un po’ non l’avrei vista … e invece mi stupì e divenne un ulteriore esempio nel mio quotidiano.
Con gesti incerti iniziò a dipingere e disegnare con la mano sinistra!!!
L’ha detto: “bisogna superare il risultato”.
Il tema furono le persone, piccoli gruppi di passanti colorati. Lo stupore fu grande nel vedere la mano sinistra da acerba farsi matura, pronta a proseguire nonostante l’incertezza, il lavoro quotidiano della destra.
Mi racconta di quel periodo, anche lei stupita di se stessa.
Il non aver mollato è stato il grande insegnamento di quel momento.
“Si scoprono risorse che non sappiamo di avere!”
“Sperimentare”: questa fu la prescrizione di quei giorni.
Credo fortemente che oltre all’innata dote, alimentata da studi artistici e dalla professione di insegnate, Pier Paola sia un esempio di dedizione e amore per l’arte in quanto forma espressiva.
Esternare le proprie emozioni, la propria visione del mondo, attraverso un mezzo artistico e farlo ogni giorno, pensando a cosa dire, perché ciò che si dirà resterà e la pagina non verrà strappata, credo sia un grande atto del modo in cui si sceglie di stare al mondo.
Ma l’insegnamento più grande è lo scegliere di dedicarsi del tempo, recuperarlo e lentamente appropriarsene. Connettersi al proprio reale per coglierne il momento saliente, fosse anche il cappuccino della mattina. Attivare uno sforzo positivo ogni giorno, anche quando è più difficile, per far tornare alla mente il ricordo scelto e rappresentarlo.
Le annotazioni a margine colmano il ricordo visivo, trascrivendo ciò che gli altri sensi hanno captato: suoni, odori, tatto. Tutto è fondamentale in quell’attimo di vita e grazie a quelle note anche chi da lontano osserva, si immerge in quell’istante e lo riporta al suo quotidiano.
Ognuno di noi dovrebbe avere quella “prescrizione medica” che lo spinga a compiere un gesto che lo rappresenti.
Giorno dopo giorno quella “medicina” sarà fondamentale e andrà a soddisfare un bisogno di vita.