“sentirsi a casa” tra le tue pagine
Il libro, oggetto irresistibilmente iconico per accumulatori seriali. Diviene intoccabile e sacro, occupando intere pareti nei soggiorni intellettuali.
Ma, si sa, essere acquistato non equivale ad essere letto e spesso le pagine restano mute. Così i libri passando di mano in mano, finiscono dalle pareti del soggiorno alle scatole in cantina, fino a che un volenteroso libraio non arriva a svuotarle, a volte gratuitamente, nella speranza di trovare l’edizione rara, salvo rivendere ogni singola copia a 1€.
Eppure in tutti, lettori e non, il solo pensiero di strappare la pagina di un libro, anche in versione cantina, equivale a profanare un tempio, genera brividi e facce sconcertate.
E poi c’è lei: Sabrina Sensoli, capace di creare opere d’arte scultoree partendo dai libri; lei non ha paura o preconcetti, anzi, riesce a farli riemergere dalle cantine, offrendo loro una vita nuova.
Non lo nego anch’io sono rimasta inizialmente sconcertata. Anch’io le ho chiesto se i libri che utilizza hanno per lei un qualche valore affettivo, chissà perché ci si pone questa domanda, forse se qualcosa è “tuo” hai diritto di farne ciò che vuoi?
Ho scoperto che per utilizzare la materia “libro” ha bisogno di un distacco emotivo: in questo è affine al più diffuso senso comune.
Così le pagine, nella loro bivalenza di elemento cartaceo (scelto sapientemente invecchiato) e inchiostro, organizzato in parole, sono la materia grezza delle sue sculture.
La carta si contorce sotto gli spasmi delle emozioni, si rende solida come i valori che trasporta, appare tagliente come certe frasi; le pagine dei libri si abbracciano, vibrano, ardono: sono sottoposte a moti tettonici che le trasformano inesorabilmente.
Un magico equilibrio tra leggerezza e plasticità marmorea.
In un’epoca in cui spesso l’arte attinge dagli scarti per trovare materia di espressione, Sabrina è in grado di utilizzare dei vecchi libri, trasformandoli a tal punto che diventa difficile capirne il procedimento.
E credo sia qui la chiave della sua peculiarità espressiva.
Lì dove è intuibile il metodo di riutilizzo di un oggetto comune, il rischio di collocarsi in un ambito di artigianalità è alto. Lei ti spiazza e chiederle “ma come fai?” è assolutamente naturale.
Così quando appena accenna al processo di lavorazione, capisci che è articolato e per nulla scontato.
Questa complessità si avverte nelle sue creazioni e genera quel valore aggiunto che permette al suo lavoro di uscire dai luoghi comuni, divenendo arte.
Le sue opere destrutturano il libro, lo plasmano in nuove forme e terminano portando alla luce una sola parola chiave, una frase, che sintetizza e ferma il libro.
Il tema della mostra per nulla banale, infila le radici nei ricordi e rende universale, un messaggio difficile e delicato.
L’allestimento realizzato sempre da Sabrina, è parte integrante delle opere esposte e consente all’osservatore di entrare direttamente nel libro, fatto di capitoti, di sculture che sono il cuore narrativo e di pensieri: confusi, accartocciati, perduti per sempre.
I libri hanno la forza di entrarci nel dna, forgiano il nostro pensiero nel momento della lettura, si sedimentano dentro fino al momento di essere dimenticati, restando per sempre chiusi.
Lei parte da un atto che può sembrare sacrilego, ma che in realtà è capace di generare, attraverso un sacrificio, un’opera nuovamente sacra, impedendo al libro di essere dimenticato e consentendogli di restare per sempre aperto e vivo.
“Ricordi interrotti”
mostra personale di Sabrina Sensoli
11 aprile – 17 maggio 2025
presso Sinestetica, viale Tirreno 70 – Roma