assistere
“Assistere” una parola che racchiude significati così diversi: essere spettatore, ma anche aiutare, partecipare.
È trascorso quasi un mese da quel giorno e spesso con la mente ci sono tornata. Non so bene da dove partire, forse dal dire “grazie”, altra parola straordinaria.
Grazie a Vanessa, per tutte iniziative che porta avanti insieme all’instancabile Massimiliano, all’interno della sua Galleria “Il Portale”, incorniciata dal grande progetto del “P.I.C. Percorsi in Comune”.
Grazie perché sai, sapete, creare eventi ed atmosfere che fanno la storia, la storia quella bella, quella costruttiva per un luogo e per la sua anima.
Mi riferisco in questo momento ad un evento in particolare, quello con Fabrizio di Nardo, dello scorso 29 agosto.
Così, grazie a te abbiamo potuto assistere ad un’artista che si è messo a nudo nel momento del concepimento di un’opera. È stato un momento intimo e corale insieme, che non mi è facile raccontare, per le tante emozioni che ho avvertito: tensione, paura e l’aspettativa del risultato.
Tutto si è svolto nel cuore della galleria.
Curiosità mista ad imbarazzo.
Fabrizio ha iniziato narrando la sua poetica, il suo pensiero: ha raccontato se stesso, donandosi con la gentilezza e la dolcezza che lo contraddistinguono.
In lui c’era una tale accoglienza del mondo, che mi ha spiazzato: ecco spiegato perché le stelle si manifestano a lui!
Ci ha chiesto di restare bambini, di non perdere mai la nostra fanciullezza, chissà in quanti possono dire di riuscirci o semplicemente di provarci.
Parole come “purezza” hanno aleggiato nell’aria.
No, non c’era un clima new age, piuttosto un animo amorevole nei confronti della vita. Raro!
Poi, tra gli sguardi curiosi ha mosso i primi passi con una semplice tavola di legno, appoggiandola timidamente al centro della sala. Immerso nei suoi sorrisi imbarazzati, ha mostrato i piccoli e semplici strumenti del mestiere: scalpello, martello, una vecchia padella …
Forse in quel momento si sarà chiesto: “Chissà cosa penseranno ora questi vedendomi?”.
Penso di si, poi me lo farò dire.
Con poche parole Fabrizio ha cercato di raccontare cosa stava per fare.
Poi silenzio.
L’imbarazzo ha lasciato il posto alla concentrazione e tutti nella sala lo “assistevano”, presi e focalizzati insieme a lui.
Un silenzio carico di elettricità!
Il momento più dolce è stato quando il piccolo G. ha voluto assistere da vicino all’atto creativo. Fabrizio, pur nella tensione del momento, non ha badato al suo ego e con estrema naturalezza ha dato assistenza a G., disegnando per lui un Paperino da colorare.
Questo gesto amorevole credo abbia mostrato a tutti quanto, anche in un momento creativo, di concentrazione, legato in fondo ad una dimostrazione, il caso è il vero protagonista e bisogna accoglierlo ed averne cura, senza fretta, senza ansia.
Con la sua dolcezza ha dimostrato la sua verità artistica.
Mentre lavorava all’opera ogni gesto è stato spiegato con semplicità.
Alla fine di opere ne ha iniziate due, che in quel momento purtroppo non potevano essere finite, i tempi di asciugatura dettavano legge.
Forse avremmo voluto tutti continuare ad assistere alla loro evoluzione. Ma è stato bello rendersi conto che avevamo assistito all’accenno della scintilla creativa: ci era stato svelato quel “ma come fai a fare …. ?”.
Ho sentito il respiro dei partecipanti fermarsi e riprendere quando Fabrizio ha svegliato tutti dallo stato di trans, salutandoci.
Gli applausi chiedevano “ancora”!
Ecco credo che questi siano momenti che fanno storia.
Sono momenti in cui l’artista si nutre del coinvolgimento delle persone e i partecipanti si nutrono di nuove consapevolezze, uscendo da lì con uno sguardo nuovo.
Avrei voluto registrare ogni singola parola. Mi pento di non averlo fatto, per timidezza. Sentivo che era urgente dare testimonianza, forse è per questo che ne scrivo ora.
In una cittadina che vanta una storia artistica passata, sempre alimentata dal ricordo, l’impegno attuale di Vanessa la rende anche una fucina artistica contemporanea.
Riconosco in lei la forza di un direttore artistico, l’impegno di una gallerista, la dedizione di un’artista.
Portare eventi come questo in un luogo non è scontato, lo aveva già fatto lo scorso anno con lo scultore Felice Ruffini, in questa occasione, con Fabrizio, l’asticella della difficoltà si è alzata.
Credo che per una cittadina come Leonessa questi eventi siano un importante valore aggiunto che la valorizzano ancora di più, volgendo lo sguardo anche al presente, spero soprattutto al futuro dell’arte.
Quando la sera ho assistito al suo rasserenarsi al termine dell’evento, prendere coscienza che era andato tutto bene, ho avuto la riprova di tutta la tensione emotiva che sente ed accumula. Energia che rilascia mettendo tutta se stessa in ciò in cui che crede.
Ecco sì, credere in ciò che si ama, credere nella propria luce, nella propria scintilla.
Dedico questa scintilla anche alle persone che erano lì a sostenere Vanessa e Fabrizio:
Massimiliano Petrucci
Gemelli DJ Raffaello
Silvano Marinelli
Compagni perfetti.
Grazie agli artisti Vanessa Nicoli e Fabrizio di Nardo